venerdì 24 febbraio 2012

Assemblea su leggi e stato dell'arte nel contrasto alle violenze sessuate

 INTRAMOENIA Piazza Bellini Napoli  alle 17 del 28 febbraio


 a che punto siamo? dobbiamo rassegnarci al conto delle vittime?
In Spagna le leggi sono differenti, perchè il movimento delle donne ha fatto altri percorsi. Cominciamo da quello che altre donne hanno già compiuto anche per noi

sono invitate tutte, la parola è di tutte!

2 commenti:

  1. I dati elaborati in sede statistica, quelli desunti da documenti che nelle varie epoche hanno costituito la cronaca della vita quotidiana delle donne, gli studi antropologici sulle varie cellule familiari alla base di diversi sistemi socio-politici indicano che la violenza contro le donne e i bambini è un fenomeno strutturale e connaturato alla maggior parte dei sistemi a stratificazione patriarcale, democratici o autoritari-
    Le iniziative politiche intraprese dall’Udi sia in sede locale che a livello nazionale, nella piena autonomia e libertà di ognuna e nel confronto costante con le realtà dei centri antiviolenza e dei luoghi di prima intercettazione dei reati ascritti al femminicidio , si articolano nella prospettiva della conoscenza profonda di tutto quanto interviene a modificare le espressioni della violenza, la sua incidenza in tutti gli aspetti dell’attività espressa dalle donne in campo lavorativo, nella sfera affettiva, nell’istruzione e nel tempo libero-
    L’obiettivo del l’eliminazione della violenza sessuata, ha portato l’UDI a cimentarsi con tutti gli elementi che la favoriscono e indirettamente la coltivano, portando il Paese lontano dai traguardi convenuti in sede ONU per il 2015 (CEDAW). Nessuno degli obiettivi intermedi previsti per il recupero dei ritardi accumulati nel contesto Europeo, dai Governi succedutisi in Italia, ha realmente avuto il peso necessario nelle scelte compiute dalle classi dirigenti.
    La violenza contro le donne, il femminicidio, per quanto è dato osservare, istituzionalizzata in modo aperto attraverso normative giuridiche in Paesi che hanno relazioni commerciali e politiche col l’Italia, rispondenza ovunque nel mondo ci siano azioni femminili di riscatto e ribellione concreta alle ingiustizie contro il genere femminile, ed in sostanza contro l’umanità, ha fatto e fa ancora scandalo, nel nostro Paese più che in altri.
    Parole come “femminicidio” e locuzioni come “violenza sessuata” suonano ancora come una sfida ed il motivo sta tutto in ciò che evocano, evidentemente, di sgradevole per un assetto culturale generale che ancora considera la violenza come una fatalità prevedibile e inevitabile. Sono parole che destabilizzano la normalità di tutte le sfere date : economica, politica, religiosa, culturale nei contesti nazionale ed internazionale.
    Nei diversi paesi dove il contrasto alle violenze è ancora solo un problema di donne e dove lo stato considera la propria responsabilità in modo marginale e complessivamente solo sul danno già perpetrato, sia considera contrasto promosso dallo Stato cià che lo stato non promuove affatto: l’ammontare degli investimenti è in realtà il rimborso dei ricoveri, dei consumi telefonici dei call center, e le operazioni di polizia. Si tratta insomma di una spesa pubblica registrata sotto una voce, ma che sarebbe correntemente comunque impiegata nella normale gestione della povertà, dell’accesso delle cittadine alle istituzioni, dei problemi sanitari, delle attività rivolte ai crimini. Si tratta insomma di una nomenclatura in bilancio che in realtò ha determinato destinazioni già esistenti.
    Di fronte alla percezione aumentata verso il femminicidio, si parla di aumento esponenziale del fenomeno, il che a tratti ciclicamente avviene nella storia di un Paese, non si comprende che il numero impressionante di epiloghi fatali della violenza rappresenta la punta di un iceberg costituito da usi e modalità di moderazione dei comportamenti femminili efferati ma connaturati a una gestione dei conflitti tra generi demandata quasi totalmente alla sfera privata.
    Stefania Cantatore

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  2. Inoltro dall' Udi Reggio Calabria ed invito a stretto giro a collegarsi col blog e inviare tutto il sostegno delle associazioni napoletane e no, femministe e no, perchè al fianco di Annamaria ci sono le donne del sud, ma c ontro c'è stato tutto un paese con le sue leggi inique.
    Ad Annamaria hanno anche decapitato il cane, Annamaria è sotto protezione. E' stata minacciata, insultatae isolata con tutta la sua famiglia, aveva 13 anni e da allora non ha più vissuto. Ma secondo la Cassazione (4377/12) quello stupro di gruppo che ha cambiato per sempre la sua vita NON é un reato a carattere associativo e di portata sociale! SC



    L'UDI di Reggio Calabria sarà presente domani, insieme a diverse Associazioni siciliane e calabresi, all'udienza del processo partito dalle denunce di Anna Maria Scarfò, presso la sezione distaccata del Tribunale di Palmi a Cinquefrondi (RC). All'età di 13 anni era stata vittima di uno stupro di massa nel suo paese di San Martino di Taurianova (RC) che l’ha poi emarginata, giudicata e marchiata a vita. Dopo due anni di violenze Anna Maria ha trovato il coraggio di denunciare per tutelare la sorellina che stava per diventare la seconda vittima.
    Anna Maria ha oggi 24 anni e vive, si fa per dire, in località protetta avendo subito minacce. In quasi dieci anni di processi è riuscita a far condannare, con sentenza definitiva, sei dei suoi dodici stupratori.
    Maggiori dettagli sul Blog:
    www.udireggiocalabria.wordpress,com

    saluti
    UDI Reggio Calabria

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