martedì 6 marzo 2012

8 marzo 2012 conferenza stampa in Questura a Napoli, ore 12 Le nuove Bacheche rosa


   
Dal 2007, e per la prima volta in Italia, il movimento indipendente delle donne ha instaurato un rapporto con una Questura allo scopo di affrontare uno degli ostacoli critici all’uscita delle donne dalle situazioni di violenza sessuata: la difficoltà di denunciare.
La presunta reticenza delle vittime nello sporgere formale denuncia nei confronti degli aggressori, violentatori, molestatori, si conuiga, andando indietro ieri più di oggi, spesso con la  disinformazione delle vittime stesse e l’impreparazione nelle forze dell’ordine e degli operatori sanitari.
 La sottovalutazione, specie, delle violenze in famiglia, la tendenza a far leva sull’affettività delle vittime nei confronti degli offenders/partners, l’enfatizzazione delle possibili conseguenze negative nei confronti della stessa donna che denuncia, sono frutto di un condizionamento ambientale molto duro da estirpare. E il complesso di questi fattori riguarda, non di rado, anche chi ha il compito primo: accogliere la denuncia
Lo strumento semplice delle Bacheche Rosa consiste in un cartello informativo, che rende visibile il fatto di aver subito un reato punibile a norma di legge, che lo qualifica e dà l’immediato riferimento alla rete volontaria e istituzionale per il sostegno alla vittima.
A Napoli, dal 2007 ad oggi le denunce sono cresciute, la formazione e la preparazione delle forze di PS si è adeguata allo standard richiesto per il contrasto alle violenze possibile in Italia. Grazie anche ad un accordo libero e paritario tra femministe e Questura: le Bacheche Rosa in ogni Commissariato.
A Napoli dal 2005 e progressivamente in tutta Italia, è avvenuto che il movimento delle donne spingesse a far sì che quella che veniva nominata come “questione privata”, venisse avvertita  un problema politico e sociale.
Sono cambiate le cittadine, non la politica: la reiterazione indisturbata delle violenze e del femminicidio corrisponde il definanziamento delle strutture preposte all’antiviolenza. Le  donne, invece, lavorano a sostegno delle vittime gratutitamente, e a dispetto di tutto,  con maggior detererminazione: il rinnovo dell’impegno con l’ampliamento dei punti di sostegno riportati nelle bacheche rosa ne è la conferma.
                       Per il cartello Antiviolenza delle donne Napoletane
                                ( Stefania Cantatore e Clara Pappalardo)

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